Parlare di Curdi, fino a qualche anno fa, voleva dire ricordare la vicenda di Abdullah Ocalan, il mitico capo del partito dei lavoratori curdi, istradato dall’Italia nel 1999 e poi catturato dai Turchi che ancora oggi lo detengono in una prigione di massima sicurezza sull’isola di Imrali. Ma il popolo Curdo ha una storia molto complessa la cui origine e i cui destini sono balzati all’onore delle cronache alcuni anni fa, quando la minaccia del fondamentalismo islamico si è presentata alle porte d’Europa e i Curdi sono stati i più agguerriti nemici dell’Isis, pagando un prezzo altissimo di vittime umane alla difesa delle loro città e dei loro villaggi. Le storie della difesa di Kobane e di altre città siriane al confine con la Turchia, in quella regione definita Rojava, sono ormai epiche e sono state fissate nella memoria degli europei come un gesto di eroismo che ha fermato la straripante avanzata del Daesh. Eppure il popolo curdo, non avendo uno stato, ma ben 4 regioni collocate in altrettanti Paesi mesopotamici (Turchia, Siria, Iraq, Iran), è da sempre minacciato dai governi che li ospitano e spesso perseguitati per diversità di ideologia, religione, costumi e cultura. La recente ripresa delle ostilità con i fondamentalisti, motivate dal ritiro delle truppe della NATO dallo scacchiere mediorientale, ha riproposto il tema della loro autonomia e sottoposto a nuove aggressioni i villaggi siriani, con l’avallo di Erdogan, il tiranno turco che vorrebbe estendere la propria egemonia sui territori al confine siriano. Per completare la storia delle persecuzioni dei popoli di quest'area, abbiamo la testimonianza di un’attivista dei Diritti Umani, la statunitense Amy Beam, che ha speso gli ultimi anni della sua vita a difendere la causa degli Ezidi, una minoranza etno-religiosa non mussulmana del nord Iraq che è stata sottoposta a genocidio negli anni 2014-15. Con l’aiuto di Amy e del free lance Ivan Grozny Compasso, esploreremo il genocidio degli Ezidi (2014) ad opera dell’Isis e affronteremo la delicata questione dei corridoi umanitari verso l’Italia e l’adozione delle famiglie di Ezidi da parte di alcuni Comuni italiani.